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Portoni sezionali da garage: caratteristiche, prezzi e installazione

portoni sezionali per garage

Il garage è la collocazione più comune per un portone sezionale. Questo elemento offre una maggiore versatilità rispetto ad altri modelli ed è perfetto per le abitazioni con spazio limitato, architettura insolita o costruzione impegnativa.

Oltre a potersi aprire in verticale, i portoni sezionali per garage possono aprirsi lateralmente, in diagonale o a “L”.

Negli USA sono diffusi da molti anni, ma di recente anche nel nostro Paese sono impiegati soprattutto come chiusura per garage e box auto di abitazioni private.

Sono una valida alternativa ai portoni basculanti e, rispetto a quest’ultimi, offrono più vantaggi.

Il meccanismo di apertura e chiusura è abbastanza semplice e molto volte non necessità di opere murarie,  il che permette di applicare prezzi inferiori ad altre soluzioni.

Cos’è un portone sezionale

Viene chiamato portone sezionale per la sua particolare struttura divisa in sezioni orizzontali, che gli consentono di piegarsi, per poi scomparire del tutto quando viene aperto parallelamente al soffitto.

L’interno della struttura è costruito con materiale ignifugo e fonoassorbente, per assicurare sicurezza ed isolamento.

Questo tipo di portone non sporge all’esterno durante l’apertura e la chiusura, il che impedisce il rischio di urti accidentali.

Solitamente è composto da due o cinque pannelli che si muovono simultaneamente. Sono facili da riparare e possono essere realizzate in qualsiasi lunghezza. Esistono molti tipi diversi di porte sezionali da garage. Sono disponibili in modelli manuali, elettrici, telecomandati e automatici.

Quando si deve acquistare un portone sezionale bisogna tenere in considerazione la struttura del box, il design e le funzionalità richieste. È poi da questi elementi che è possibile fare una valutazione e definire un prezzo.

Tipi di portoni sezionali per garage

I portoni sezionali sono disponibili in diverse tipologie, in base alle esigenze e alla struttura  del box, è possibile scegliere tra:

  • Porte sezionali orizzontali : si aprono in orizzontale, come una normale porta. Sono ideali per i garage in cui le auto sono parcheggiate su entrambi i lati della porta. Questo perché si aprono lateralmente invece che al centro del garage. Sono ideali per l’installazione in garage con una distanza ridotta.
  • Porte sezionali verticali: si aprono in verticale, ed è un tipo di porta comune nei garage con spazio limitato. Le porte sezionali verticali per garage sono più costose dei modelli orizzontali, perché richiedono un sistema di cablaggio più consistente e un’altezza maggiore.

Vantaggi dei portoni sezionali

A differenza di altri serramenti, i portoni sezionali hanno diversi vantaggi, uno è legato al loro non debordare e, quindi, al rispettare l’estetica dell’edificio scomparendo quando vengono aperti.

Impediscono incidenti con veicoli parcheggiati a poca distanza dall’apertura; isolano il box e lo coibentano, aiutando a mantenere una buona e costante temperatura all’interno del garage.

Inoltre, permettono un buon livello di personalizzazione, è infatti possibile realizzare portoni sezionali in linea con lo stile e il design dell’abitazione, scegliendo colori, materiali e tipologia più adatti.

Ma vediamo più nel dettaglio perché acquistare di portoni sezionali per il garage o il box.

  • Versatilità: la possibilità di aprire la porta del garage in diagonale o a “L” consente di parcheggiare direttamente all’interno del garage senza bloccare la porta.
  • Convenienza: le porte da garage sezionali possono essere programmate per aprirsi e chiudersi automaticamente e controllate con l’attivazione vocale, i telecomandi e le app per smartphone.
  • Sicurezza: questo tipo di porte sono più sicure di quelle basculanti standard, poiché offrono una maggiore protezione contro potenziali intrusi e scassinatori.
  • Prezzo: i portoni sezionali sono meno costosi di altri tipi di porte per garage, il che li rende un’opzione conveniente per i proprietari di casa con un budget limitato.

Portoni sezionali prezzi

I prezzi dei portoni sezionali variano in base al materiale utilizzato per la costruzione, alle specifiche tecniche e alle dimensioni.

A fare la differenza è anche il numero di doghe. Dai portoni in simil legno finitura liscia, a quelli più complessi e lavorati in acciaio, legno e alluminio, prodotti con materiale ignifugo e coibentati.

In base al tipo di porta sezionale scelta, i prezzi partono da un minimo di 1.200 euro fino a anche oltre 3.000 euro per modelli più rifiniti e caratteristiche avanzate.

Alcuni tipi di porte da garage possono richiedere permessi speciali o avere costi di installazione aggiuntivi.

Come acquistare i portoni sezionali senza sbagliare

Se stai pensando di installare un portone sezionale per garage, è essenziale trovare il prodotto giusto per le vostre esigenze.

Come abbiamo anticipato, i portoni sezionali per garage sono disponibili in diversi materiali e stili, quindi è importante scegliere quello più adatto alla vostra casa.

Quando acquistati un nuovo portone sezionale per garage, assicurati di fare le seguenti considerazioni:

  • Tipo di sollevamento: il tipo di sollevamento utilizzato per aprire e chiudere la porta influisce sul prezzo, è disponibile quello a catena, a cinghia e a vite.
  • Stile della porta: scegliere un design che si integri in modo naturale con l’estetica dell’abitazione.
  • Materiale del pannello della porta: le porte da garage sono generalmente realizzate in legno, acciaio o alluminio.
  • Requisiti per l’installazione: verificare che siano presenti tutte le condizioni utili a favorire una facile installazione del portone.

Installazione portoni sezionali per garage a Lecce

L’installazione del portone sezionale deve essere affidata a dei professionisti del settore, per avere la certezza che tutto funzioni correttamente e in sicurezza.

Noi di Calemacasa effettuiamo vendita e installazione di portoni sezionali per garage e box a Lecce e in tutta la Puglia.

Mettiamo a disposizione un team di tecnici che possono effettuare un sopralluogo per aiutarti a scegliere la soluzione più adatta alle tue esigenze, in termini estetici, strutturali, di funzionamento e di budget.

Contattaci se vuoi avere maggiori informazioni e ricevere un preventivo gratuito e senza impegno. I nostri operatori sono a tua disposizione per rispondere alle domande e darti supporto nella scelta del miglior prodotto.

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Verande amovibili: caratteristiche, installazione e permessi

verande amovibili

Le verande amovibili sono molto più vantaggiose di quelle tradizionali, un primo esempio è dato dall’assenza di permessi comunali per l’installazione, proprio perché trattasi di struttura non permanente.

Una veranda amovibile può essere spostata in un qualunque punto del terrazzo o del giardino, addirittura, venire montata in un’abitazione diversa da quella per la quale è stata acquistata.

Queste strutture sono un modo attraente e conveniente per ampliare lo spazio esterno della casa. Il loro design compatto e la struttura rimovibile ne fanno un’aggiunta ideale per i proprietari di casa che non hanno molto spazio o budget per una veranda permanente.

Ci sono diversi motivi per cui si potrebbe prendere in considerazione l’installazione di una veranda amovibile, invece di una permanente.

Prima di scoprirli, vediamo quali sono le sue caratteristiche principali.

Verande amovibili: caratteristiche

Le verande amovibili presentano una struttura in alluminio o legno e telaio smontabile, sono assenti parti in muratura. Il telaio si può ancorare o appoggiare al pavimento.

Se si sceglie di ancorarlo al pavimento non si parla, per forza, di struttura permanente, infatti, se per rimuoverlo bastano pochi minuti, si può ancora definire una veranda amovibile.

Le chiusure sono disponibili in vetro, policarbonato, in tessuto oppure in vinile trasparente, tutti materiali abbastanza leggeri.

La struttura delle verande removibili non altera lo stile architettonico dell’immobile, ma si adatta alle necessità e alle esigenze.

Possiamo definirla una soluzione modulare, versatile e di estrema efficacia, in grado di inserirsi in qualsiasi tipo di contesto, anche commerciale.

Quali vantaggi dall’installazione di una veranda amovibile?

Le verande amovibili permettono di utilizzare spazi esterni della casa anche duranti i mesi più rigidi, hanno costi di manutenzione quasi inesistenti, ingombro limitato e la pulizia delle vetrate è semplice e veloce.

Inoltre, offrono un ottimo livello di isolamento acustico e termico, con vantaggi anche in termini di risparmio energetico in bolletta.

La possibilità di aprire e chiudere la veranda in pochi secondi permette di regolare ventilazione, luminosità e temperatura nell’immediato. Ma perché installare una veranda amovibile?

Poco spazio a disposizione per una veranda permanente

La costruzione di una veranda permanente richiede la rimozione e la demolizione di alcune parti della casa per creare lo spazio necessario.

La rimozione di un muro o l’ampliamento del tetto sono decisioni costose e irreversibili. Anche se è presente lo spazio necessario, una veranda permanente richiederebbe un investimento alto e tempi lunghi per la costruzione.

Con una veranda amovibile non bisogna fare modifiche all’aspetto della casa o lavori di muratura. I costi sono più contenuti ed è possibile adattare la struttura all’effettivo spazio disponibile.

Possibilità di lavori di ampliamento senza particolari difficoltà

Se si ha intenzione di ampliare la casa in futuro, costruire una veranda permanente non è la migliore soluzione, perché andrà rimossa per fare spazio alla nuova costruzione.

In questo caso la veranda temporanea è la scelta adatta, perché si potrà rimuovere con facilità lasciando tutta l’area libera per ampliare la casa.

Massima flessibilità

In caso di vendita della casa o di modifica sostanziale della stessa, con la veranda amovibile sarà possibile creare uno spazio altrove, anche nella nuova abitazione.

Basta semplicemente adattare la struttura e si potrà passare da un patio a una terrazza o viceversa.

Investire in qualcosa di duraturo nel tempo

Le verande amovibili sono realizzate con materiali di altissima qualità, facili da pulire e da mantenere. Sono inoltre resistenti a tutti i tipi di agenti atmosferici.

Una veranda rimovibile è l’investimento ideale se si desidera qualcosa di pensato e costruito per durare nel tempo.

Verande amovibili: prezzi

I prezzi della veranda amovibile dipendono dalle dimensioni e dal tipo di materiale scelto, inoltre, nel costo finale è incluso anche quello della posa in opera.

Orientativamente per un terrazzo di piccole dimensioni, circa 3,5 mq, il costo di posa in opera è di circa 300 euro, prezzo che può subire variazioni in base alle zone e alle ditte.

Anche se sono inclusi nel prezzo finale, i costi di posa hanno un certo peso nel preventivo finale, per questa ragione, prima di procedere con l’acquisto della veranda, ti consigliamo di chiedere un preventivo a più aziende specializzate e fare un confronto.

Noi di Calemacasa proponiamo soluzioni molto vantaggiose che includono l’acquisto della veranda amovibile e la posa in opera.

Garantiamo prezzi concorrenziali e andiamo incontro alle singole richieste ed esigenze del cliente. Chiedi un preventivo ora.

Verande amovibili: permessi

Se si decide di installare una veranda è importante che vengano sempre rispettati tutti i permessi necessari per evitare di commettere abusi edilizi.

Nel caso della veranda amovibile, se questa è poggiata sul pavimento e può essere facilmente rimossa, non necessita di alcun permesso.

Una sentenza, la numero 1777/2014 del Consiglio di Stato ha evidenziato che una veranda facilmente amovibile non ha bisogno di permessi di costruzione e che non porta alcun aumento alla volumetria dell’abitazione.

Tuttavia, se la veranda va costruita sul balcone o il terrazzo di un appartamento all’interno di un condominio, prima di procedere, bisognerà ottenere il permesso dell’assemblea condominiale.

Inoltre, una novità arriva dal decreto Aiuti-bis approvato in Senato il 20 settembre 2022, che va a modificare il Testo Unico Edilizia. Ora tutti i lavori di installazione di vetrate amovibili (VEPA) su verande e balconi rientrano nell’edilizia libera e non necessitano più di permessi.

Le vetrate in questione sono strutture rimovibili che si adeguano alle esigenze delle stagioni, riducendo le dispersioni termiche e garantendo un migliore risparmio energetico e la messa in sicurezza di verande e balconi.

Questa ulteriore possibilità di permette di installare delle vetrate senza permessi anche sulla tua struttura della tua veranda fissa. Per saperne di più leggi qui.

Installazione verande amovibili a Lecce

La nostra azienda effettua installazione di verande amovibili a Lecce, Brindisi, Taranto e in tutta la Puglia.

I nostri tecnici installatori sono disponibili a raggiungere la tua abitazione per un sopralluogo iniziale.

Successivamente, riceverai un preventivo gratuito e senza impegno con la nostra migliore offerta.

Forniamo anche assistenza burocratica per l’eventuale richiesta di bonus e incentivi disponibili in cui rientra anche l’installazione di verande permanenti e amovibili. Chiedi una consulenza.

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Colonnine di ricarica auto elettrica e fotovoltaico

colonnine di ricarica

Le auto elettriche e i pannelli solari sono due delle nuove tecnologie più interessanti arrivate sul mercato negli ultimi anni. E sebbene non vadano necessariamente di pari passo, possedere una di queste due tecnologie, può essere un incentivo ad adottare anche l’altra.

Le colonnine di ricarica auto elettriche e il fotovoltaico sono in realtà abbastanza simili. Entrambi sono un modo eccellente per autoprodurre energia per l’auto elettrica e la casa. Vediamo in che modo possono aiutarti a spostarti in città e a ridurre i costi energetici della tua abitazione.

Colonnine ricarica auto elettrica: cosa sono?

Con il termine colonnina o stazione di ricarica per auto elettriche, si fa  riferimento a un’apparecchiatura che può essere installata a casa o sul posto di lavoro e collegata alla porta di ricarica dell’auto.

È  un dispositivo che distribuisce energia elettrica e che permette di ricaricare la batteria di tutti i veicoli che sono dotati di un powertrain elettrico come auto elettriche e veicoli ibridi (propulsore elettrico e motore a combustione).

È possibile fare una distinzione tra colonnine elettriche private e pubblicate. Le prime sono installate presso le abitazioni residenziali, nei parcheggi aziendali e in quelli di centri commerciali e strutture ricettive e ristorative.

Queste stazioni sono collegate alla rete elettrica locale, funzionano come le colline installate per le abitazioni, ma in molti casi hanno bisogno di ottenere certificazioni e adeguamenti specifici che devono essere rilasciati da professionisti del settore.

Le colonnine elettriche pubbliche, invece, sono posizionate su strade, parcheggi, aree di sosta e nei pressi di stazioni e aeroporti.

La loro installazione è effettuata da fornitori di energia operanti nel mercato libero che offrono la possibilità di erogare corrente elettrica continua o alternata per ottenere potenze più alte di quelle offerte dalle colonnine di ricarica private.

Essendo di medie o grandi dimensioni, permettono di ricaricare anche più veicoli contemporaneamente, sono comode perché quando si devono percorrere molti km su strada, potrebbe essere necessario aver bisogno di ricaricare la batteria.

Colonnina di ricarica e fotovoltaico: come funziona?

Grazie all’impianto fotovoltaico e a un inverter è possibile trasformare la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata per l’abitazione e, allo stesso tempo, utilizzare una wallbox per la ricarica di auto elettriche.

Il funzionamento è abbastanza semplice: tutta l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico che non viene utilizzata, è spesso immessa nella rete dal GSE che paga mediamente, 20 centesimi, per ogni KW non consumato (scambio sul posto). In alternativa, è però possibile sfruttare questa energia o immagazzinarla in batterie di accumulo (Fotovoltaico con accumulo).

Utilizzando un caricatore esterno e un cavo di tipo 2, si può sfruttare l’energia prodotta in esubero dal fotovoltaico per ricaricare l’auto elettrica, invece di immetterla nella rete.

Grazie a questo sistema è possibile ricaricare la propria vettura elettrica utilizzando l’energia solare prodotta dai pannelli fotovoltaici e risparmiare.

Cosa serve? Un impianto fotovoltaico installato correttamente e realizzato con materiali di qualità. Puoi rivolgerti alla nostra azienda specializzata in installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica. Chiedi una consulenza gratuita ora.

Installiamo pannelli fotovoltaici con garanzia superiore ai 20 anni e inverter con almeno 10 anni di garanzia per garantire durata e affidabilità nel tempo.

Un aspetto determinante per poter utilizzare colonnine di ricarica e fotovoltaico è la potenza di quest’ultimo. Un’auto elettrica provoca un aumento dei consumo e maggiore richiesta di kWh.

Per una produzione solare in grado di soddisfare i bisogni energetici di casa e quelli dell’auto è consigliato installare fino 1 kWp in più.

Come utilizzare una colonnina di ricarica per auto elettriche per alimentare la casa

Se disponi di una colonnina di ricarica per auto elettriche e di un impianto fotovoltaico, puoi anche utilizzare la stazione di ricarica per alimentare la tua casa in caso di blackout. Si tratta del cosiddetto trasferimento del carico e può essere un ottimo modo per proteggere la casa dalle interruzioni di corrente.

Per prima cosa, è necessario impostare la stazione di ricarica per auto in modo che invii nuovamente energia alla rete.

Poi, durante un blackout, si può staccare la corrente dalla propria abitazione e commutare la stazione di ricarica dell’auto in modo che invii energia alla casa.

Tuttavia, per poterlo fare, è necessario disporre di una speciale stazione di ricarica collegata alla rete. Contattaci se vuoi saperne di più.

Installazione fotovoltaico e colonnine di ricarica: agevolazioni e incentivi

Sono disponibili degli incentivi per il fotovoltaico che è possibile utilizzare anche per le colonnine di ricarica. In particolare, parliamo del Superbonus del 110%, disponibile fino al 31 dicembre 2022 e valido per le abitazioni unifamiliari e le unità abitative singole e fino al 31 dicembre 2023 per i condomini e le abitazioni con più unità.

Grazie al Superbonus è possibile recuperare in 5 anni la spesa relativa alle colonnine scegliendo tra cessione del credito o sconto in fattura.

Per poter accedere all’incentivo del fotovoltaico per le colonnine di ricarica auto elettriche bisogna effettuare degli interventi trainanti:

  • Sostituzione di impianti di riscaldamento con nuovi sistemi efficienti come pompe di calore e soluzioni ibride
  • Adozione del cappotto termico per almeno il 25% dell’immobile
  • Riduzione di almeno 2 classi energetiche per l’abitazione
  • Installazione di un impianto fotovoltaico

I massimali per l’incentivo fotovoltaico sono:

  • 000 euro per gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti con accesso autonomo all’esterno,
  • 500 euro per i condomìni che installino un numero massimo di otto colonnine,
  • 200 euro per i condomìni che installino un numero superiore a otto colonnine.

Per conoscere le percentuali ottenibili per il recupero della spesa, contattaci, il reparto amministrativo della nostra azienda è a tua disposizione.

Bonus colonnine elettriche 80%

Nel DPCM di agosto 2022 n.1 sono stati stanziati dei fondi fino al 2030 per favorire il passaggio all’auto elettrica. Si tratta di un contributi pari all’80% del prezzo di acquisto di colonnine e posa in opera.

Il limite ottenibile è pari a 1.500 euro per ogni consumatore per l’acquisto di colonnine con potenza standard per utenze domestiche e di 8.000 euro per la posa in opera su parti comuni di condomini.

Attualmente, si attendono ulteriori provvedimenti ministeriali per disciplinare le procedure per fare richiesta di questa agevolazione. Scopri anche il bonus fotovoltaico 2022.

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Come funziona una pergola bioclimatica? Quali sono i vantaggi?

pergola bioclimatica

Chi possiede un giardino, un terrazzo o un qualunque altro spazio all’aperto può sfruttarlo anche durante il periodo invernale, grazie all’installazione di una pergola bioclimatica.

Una struttura innovativa che rende l’ambiente outdoor piacevole, ospitale e abitabile, sia nei mesi caldi, che in quelli freddi.

È la soluzione migliore anche in presenza di basse temperature e piogge improvvise, la sua praticità d’uso consente, in pochi secondi, di coprire e scoprire lo spazio in base alla situazione climatica.

Vediamo cos’è una pergola bioclimatica, come funziona e quali sono i vantaggi nel preferirla a una pergola tradizionale.

Cos’è la pergola bioclimatica?

La pergola bioclimatica è una copertura composta da lamelle orientabili, il cui meccanismo può essere impostato manualmente o tramite l’utilizzo di un telecomando.

È una delle soluzioni più versatili su mercato, in grado di adattarsi a qualsiasi contesto e design, proprio grazie alle lamelle, disponibili in più dimensioni e materiali, tra cui legno e alluminio, ideali per le aree esterne, soprattutto durante il periodo estivo per trovare riparo dal sole.

Le pergole bioclimatiche offrono praticità e comfort, trasformano gli spazi esterni in ambienti godibili, in cui organizzare un pranzo o una cena all’aperto con amici.

Le lamelle proteggono l’area sottostante dai raggi UV, possono essere ruotate in base alle esigenze, assicurando che lo spazio sia all’ombra e al fresco. Nello specifico, la rotazione delle lamelle può avvenire in orizzontale, per chiudere completamente la pergola, oppure, con inclinazione fino a 140 gradi.

In base alla tipologia di pergola bioclimatica, le possibilità di inclinazione disponibili possono variare.

Quali sono i vantaggi delle pergole bioclimatiche?

Sono molteplici i vantaggi nello scegliere di installare una pergola bioclimatica al posto di uno tradizionale. Vediamoli nel dettaglio.

  • Creazione di zone d’ombra controllate: le lamelle orientabili possono essere inclinate in base alla direzione dei raggi solari e creare uno scudo efficace.
  • Personalizzazione: grazie alla modularità della struttura, sono in grado di adattarsi a qualsiasi contesto per abbellire il terrazzo o il giardino. Sono ottime anche per attività commerciali che hanno bisogno di uno spazio all’aperto in cui disporre posti a sedere.
  • Buona ventilazione: la pergola bioclimatica favorisce la circolazione dell’aria nella zona coperta.
  • Minima manutenzione: le pergole bioclimatiche sono strutture particolarmente resistenti agli agenti atmosferici e all’usura, non sono soggette a formazione e umidità, pertanto, non hanno bisogno di interventi di manutenzione.
  • Risparmio energetico: la pergola protegge la parete della casa riparandola dai raggi solari. Questo comporta ambienti interni più freschi e risparmio energetico per la spesa di climatizzazione.
  • Riparo da pioggia e agenti atmosferici: questo tipo di pergola consente la chiusura completa ed ermetica. La pioggia viene smaltita tramite un sistema pluviale integrato e la pendenza. Inoltre, viene garantito un isolamento acustico fino al 70%.
  • Accesso a detrazioni fiscali: installare una pergola bioclimatica fa accedere al Superbonus 110% e altre agevolazioni.

Tipologie di pergole bioclimatiche

Sono disponibili diverse tipologie di pergole bioclimatiche, in base allo spazio e alla destinazione d’uso, può essere preferibile un modello ad un altro.

Pergola autoportante

Questa struttura si regge autonomamente su quattro vertici, è molto vantaggiosa se si hanno a disposizione spazi molto ampi come il giardino o un terrazzo grande.

Pergola addossata

La pergola bioclimatica viene addossata su una parte dell’abitazione, si regge su due verticali opposti all’edificio.

È molto richiesta soprattutto da chi vuole unire lo spazio interno a quello esterno, grazie all’installazione di un infisso a scorrimento. Un modo per unire, ad esempio, il soggiorno con la pergola e creare uno spazio abitabile molto più ampio.

Opzioni disponibili

Tutte le pergole bioclimatiche hanno delle opzioni come i tamponamenti laterali che servono a chiudere ermeticamente la struttura, ad esempio: teli verticali con tende in PVC a chiusura a zip oppure vetrate scorrevoli, pieghevoli a libro e a pacchetto.

Un’opzione molto richiesta è la movimentazione motorizzata, ovvero, la presenza di un motore che gestisce la variazione dell’inclinazione delle lamelle orientabili.

Ci sono poi le pergole bioclimatiche retrattili, che permettono la movimentazione in orizzontale di tutto il set di lamelle, chiudendole a pacchetto in un lato della struttura. Questo permette di lasciare completamente aperta la pergola per far entrare il sole senza alcun ostacolo, e di chiuderla all’occorrenza per proteggere lo spazio dagli agenti atmosferici.

Materiali pergola bioclimatica

La pergola bioclimatica è realizzata in materiali differenti, tutti di ottima qualità, la scelta deve tener conto della zona climatica e del tipo di prestazioni che si desidera ottenere.

Pergola bioclimatica in alluminio

È il materiale più utilizzato per costruire pergole bioclimatiche, grazie alla sua estrema durevolezza e resistenza agli sbalzi di temperatura e agli agenti atmosferici. Inoltre, la struttura non è ingombrante, a differenza di altri materiali come il legno.

Pergola bioclimatica in PVC

Le pergole bioclimatiche in PVC sono meno richieste negli ambienti residenziali, poiché hanno bisogno di spessori maggiori. Vengono fornite da produttori di infissi in PVC, se vuoi saperne di più, la nostra azienda Calema è a tua disposizione per informazioni e preventivi.

Pergola bioclimatica in legno

Quando si parla del legno come materiale si fa riferimento alla sola struttura, in quanto non idoneo alle lamelle, per le quali è l’alluminio la scelta primaria.

Questo tipo di pergola, con struttura in legno e lamelle in alluminio orientabili, viene scelta soprattutto da coloro che devono effettuare l’installazione in ambienti classici e più naturali.

Pergole climatiche permessi

Servono permessi per installare le pergole? In realtà, essendo manufatti ornamentali, rientrano nell’edilizia libera. A sancirlo è l’allegato A del D.P.R n.31/2017, in cui si spiega che pergolati e manufatti amovibili sono esclusi dall’autorizzazione paesaggistica.

Tuttavia, per le pergole bioclimatiche il discorso è più ampio: di fatto, hanno una copertura in lamelle, una struttura pensata per durare nel tempo e più difficile da rimuovere. Inoltre, bisogna anche confrontarsi con l’amministrazione comunale, per capire la loro interpretazione della legge.

Per non sbagliare, consigliamo di informarsi al Comune presso l’ufficio tecnico e di chiedere una consulenza a un architetto.

Dopo aver chiarito la necessità o meno di ottenere dei permessi, è possibile contattare l’azienda installatrice per procedere con il lavoro.

Quanto costa una pergola climatica?

Il costo della costruzione di una pergola climatica varia a seconda delle dimensioni della stessa, dei materiali scelti e dall’impresa incaricata di costruirla.

Una pergola climatica costa di più di una pergola standard, poiché richiedere più materiali, un maggior numero di lavori elettrici e/o costi più elevati per l’HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata).

Tuttavia, se si tiene conto del risparmio di elettricità e della minore necessità di manutenzione, è facile constatare che una pergola bioclimatica si ripaga da sola nel lungo periodo.

Inoltre, le pergole bioclimatiche rientrano nel Superbonus 110%, scopri di più leggendo il nostro approfondimento.

Vuoi ricevere un preventivo gratuito per l’installazione di una pergola bioclimatica? Contattaci, il team di Calemacasa è a tua disposizione per fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno.

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Riscaldamento a pavimento: come funziona, pro e contro

riscaldamento a pavimento

Il riscaldamento a pavimento è un modo eccellente per aggiungere calore e carattere alla tua casa. Se installato correttamente, contribuisce in modo efficace al risparmio energetico domestico.

Questo sistema utilizza una rete di tubi interrati nel pavimento e riscaldati da una caldaia o da cavi elettrici. Oltre ad essere accogliente, contribuisce ad evitare l’accumulo di umidità in casa, impedendogli di risalire dal basso. Questo tipo di riscaldamento è adatto a tutti i tipi di abitazione. Vediamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere.

Che cos’è il riscaldamento a pavimento?

Il riscaldamento a pavimento è un tipo di sistema di riscaldamento centrale in cui il calore viene distribuito attraverso tubi interrati sotto le assi del pavimento.

Un’installazione tipica prevede uno o più tubi interrati sotto ogni stanza o area, con un’unità di controllo o un timer separato per ogni stanza, il che permette di riscaldare gli ambienti in modo indipendente.

Utilizzando il riscaldamento a pavimento, è possibile ridurre il rischio che un radiatore si scaldi troppo, oltre che impedire la formazione di condensa sulle pareti dove sono installati i termosifoni.

Come funziona?

Questi sistemi di riscaldamento utilizzano tubi interrati nel pavimento in una trincea (di solito vicino al muro) o nascosti in una fessura del pavimento.

I tubi sono riscaldati da una caldaia, da un sistema elettrico o da una combinazione dei due. I tubi distribuiscono poi il calore al resto della stanza. Approfondiamo i tipi di sistemi disponibili.

Tipi di sistemi di riscaldamento a pavimento

  • Riscaldamento elettrico a pavimento: ideale per la ristrutturazione di un’abitazione esistente. È un modo efficiente ed economico per riscaldare una proprietà di piccole o medie dimensioni, come una casa o un appartamento. Il sistema viene installato sotto le assi del pavimento ed è controllato da un termostato. È adatto a qualsiasi tipo di pavimento, compresi i pavimenti piastrellati e quelli flottanti.
  • Riscaldamento a pavimento ad acqua calda: questo sistema utilizza una caldaia per riscaldare l’acqua, che poi passa attraverso le tubazioni nel pavimento e nel resto della stanza tramite tubi di “ritorno”. La temperatura è controllata da un termostato sulla caldaia.
  • Riscaldamento a pavimento a vapore: è molto simile al riscaldamento a pavimento ad acqua calda, ma utilizza temperature più elevate. Il riscaldamento a pavimento a vapore è spesso impiegato in grandi edifici commerciali e spazi pubblici, ad esempio alberghi e aeroporti.
  • Riscaldamento a pavimento con sorgente a terra: è un tipo di riscaldamento centralizzato in cui il calore viene immagazzinato nel terreno, di solito nel suolo sotto la casa. La terra è un’ottima riserva di calore e può quindi fornire un eccellente accumulo termico.

Principali vantaggi

I vantaggi di un riscaldamento a pavimento sono molteplici, il primo è sicuramente quello di poter godere di un buon risparmio energetico. Tra gli altri abbiamo:

  • Distribuzione uniforme del calore: il calore fluisce in tutte le direzioni e quindi l’intera stanza viene riscaldata allo stesso modo.
  • Facilità di manutenzione: il riscaldamento è installato nel pavimento, una parte sempre in vista che permette di individuare con facilità eventuali goccioline o perdite e intervenire facilmente per risolvere il problema.
  • Più facile da pulire: la posizione d’installazione dell’impianto di riscaldamento sotto il pavimento favorisce anche la pulizia.

Svantaggi

Ci sono anche degli svantaggi da considerare prima di scegliere di installare questo tipo di riscaldamento,. In particolare:

  • Costi di installazione: il riscaldamento a pavimento richiede un investimento significativo per l’installazione, anche se è bene tenere presente che lo sforzo economico sarà ripagato nel tempo, grazie al risparmio energetico ottenuto.
  • Capacità di riscaldamento: il riscaldamento a pavimento non è potente come un radiatore convenzionale, quindi non è adatto a stanze di grandi dimensioni, soprattutto in inverno, quando le temperature sono molto più rigide e si ha bisogno di tenerlo acceso più a lungo.

Come installare il riscaldamento a pavimento

Prima di iniziare l’installazione del riscaldamento a pavimento, è necessario decidere se si desidera un sistema ad acqua calda (con caldaia) o un sistema elettrico. È anche possibile utilizzare una combinazione dei due, anche se più costosa.

  • Riscaldamento a pavimento elettrico: per effettuare l’installazione è necessario scavare delle trincee nel pavimento vicino alle pareti o installare una fessura nelle le assi del pavimento. Si procede con il posizionamento dei cavi elettrici e poi col collegamento a un termostato.
  • Riscaldamento a pavimento ad acqua calda: si prepara il pavimento allo stesso modo e poi si installano i tubi e si collegano alla caldaia e al termostato.

Non sai cosa scegliere? Chiedici una consulenza gratuita.

Prezzi del riscaldamento a pavimento

Il costo dell’installazione del riscaldamento a pavimento dipende da diversi fattori. Tra questi, il tipo di impianto che si desidera installare, le dimensioni dell’immobile e la quantità di calore che si vuole produrre, la posizione dell’edificio, l’età e le condizioni dell’abitazione.

Non è quindi possibile indicare un prezzo univoco, ma devi sapere che se vuoi installare un riscaldamento a pavimento, dovrai avere un buon budget da investire.

Riscaldamento a pavimento e Superbonus 110%

Il riscaldamento a pavimento, così come altri sistemi radianti, possono essere acquistati usufruendo dell’incentivo del Superbonus 110%, se associati a interventi trainanti di riqualificazione energetica degli edifici.

Ad esempio:

Grazie al bonus puoi abbattere i costi di acquisto e installazione del riscaldamento a pavimento per la tua abitazione.

Noi di Calema ci occupiamo di installazione di sistemi radianti, incluso il riscaldamento a pavimento, a Lecce e in tutta la regione. Inoltre, il nostro team è composto anche da personale esperto  che assiste i clienti nell’iter burocratico necessario per fare richiesta del Superbonus 110%.

Contattaci per avere maggiori informazioni e ottenere assistenza da parte di uno dei nostri operatori.

 

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Quali infissi offrono un miglior risparmio energetico?

infissi risparmio energetico

Se stai cercando un modo per ridurre il consumo energetico della vostra casa e abbassare le bollette mensili, una delle misure più efficaci da adottare è l’installazione di nuove finestre.

Si stima che oltre il 25% di energia usata per il riscaldamento domestico viene persa attraverso le finestre e mantenere la temperatura ideale negli ambienti, diventa molto difficoltoso.

Gli infissi hanno un ruolo importante per il comfort domestico e per il risparmio energetico. Sapere qual è la soluzione migliore, ti permette di scegliere prodotti in grado di offrire il massimo dell’efficienza energetica e delle prestazioni.

Gli infissi a risparmio energetico isolano sia dal caldo che dal freddo, fino a 4 volte più di quelli tradizionali, garantendo diversi vantaggi, tra cui la riduzione dei costi e minore emissioni di gas.

In fase di ristrutturazione o riqualificazione di un edificio, la sostituzione con infissi a risparmio energetico deve essere una priorità.

Sono disponibili diverse tipologie di infissi di nuova generazione, appositamente progettati per creare una barriera impermeabile tra l’ambiente interno e quello esterno e ridurre, modo considerevole, la dispersione termica.

Ci sono alcuni fattori da valutare per scegliere gli infissi che garantiscono il miglior risparmio energetico, nello specifico: livello di isolamento, conduzione di calore e materiali. Vediamoli nel dettaglio.

Livello di isolamento

Gli infissi che riescono a fornire un buon livello di isolamento sono quelle considerate tra le più efficienti in termini di risparmio energetico.

È importante valutare con attenzione il fattore U di ogni finestra. Il fattore U misura la capacità di un materiale di resistere al flusso di calore. Si calcola misurando la velocità di trasferimento del calore attraverso un determinato spessore del materiale, in condizioni specifiche.

Più il fattore U è basso e più l’infisso sarà efficiente in termini energetici, garantendo il miglior isolamento termico all’abitazione.

Con la riduzione della perdita di calore, si avranno minori problemi legati all’umidità, la prima responsabile di condensa, muffe e deterioramento delle finestre.

Conduzione di calore

Un altro fattore importante da considerare nella valutazione degli infissi a risparmio energetico è la conduzione del calore. La velocità con cui il calore attraversa il telaio di una finestra è uno degli indicatori più importanti della sua efficienza energetica. La velocità di conduzione del calore è misurata dal fattore U, utilizzato per valutare l’isolamento termico.

Negli ambienti esposti alla luce diretta del sole per quasi tutta la giornata, è consigliato scegliere infissi che limitano l’eccessiva trasmissione di calore verso l’interno. Se, invece, l’abitazione è poco esposta al sole o la zona è fredda, gli infissi a risparmio energetico dovranno garantire una buona resistenza alla perdita di calore.

Materiali infissi

Tutti i fattori sopracitati sono legati anche al tipo di materiale scelto per l’infisso. Quali sono i migliori? Sostanzialmente, sono tre le tipologie di infissi, tra cui dovresti scegliere, se desideri puntare sul risparmio e l’efficienza energetica.

Infissi in legno

Gli infissi in legno offrono le migliori prestazioni di isolamento termico e acustico e una bassissima dispersione del calore.

A differenza di infissi realizzati in altri materiali, quelli in legno hanno bisogno di maggiore manutenzione, inoltre, nonostante abbiano una struttura abbastanza stabile e robusta, tendono a degradarsi più facilmente.

Sono anche più sensibili agli agenti atmosferici, perché il legno può deformarsi riducendo l’efficienza energetica dell’infisso.

Infissi in PVC

La sostituzione delle vecchie finestre con infissi in PVC sono una buona scelta in termini di risparmio energetico. Garantisco un ottimo isolamento acustico e termico, e offrono una buona resistenza a climi umidi e freddi.

Il PVC non si corrode ne arrugginisce, resistente molto bene, è durevole nel tempo e non richiedere particolari interventi di manutenzione.

Gli infissi PVC offrono anche livelli di sicurezza molto elevati, grazie alla buona resistenza agli urti e ai tentativi di sfondamento.

Infissi in alluminio

Gli infissi in alluminio sono molto leggeri, resistenti e durevoli, ma conducono il calore troppo velocemente. Sono ideali nelle zone molto fredde e piovose, poiché il materiale resiste molto bene agli agenti atmosferici, anche i più aggressivi.

Non richiedono particolare manutenzione, se non qualche intervento di pulizia periodica. Inoltre, a differenza di altri materiali, l’alluminio viene riciclato con maggiore facilità, il che lo rende un materiale a minor impatto ambientale.

La scelta della vetratura

Oltre al materiale dell’infisso, a incidere sul livello di risparmio energetico c’è anche il vetro.

Infissi con doppi o tripli vetri offrono un livello di isolamento superiore, azzerando quasi del tutto le dispersioni di calore negli ambienti.

La scelta del vetro è quindi importante, ad esempio; un vetro a bassa trasmissione offre comfort termico senza limitare il passaggio della luce solare.

Per scegliere correttamente il vetro per l’infisso è necessario fare un’analisi della casa e delle sue caratteristiche tecniche, della posizione dell’infisso e delle esigenze di chi ci vive.

Qual è il migliore infisso a risparmio energetico?

Dobbiamo precisare che tutti gli infissi di ultima generazione in legno, PVC e alluminio, offrono, di partenza, buone prestazioni e vantaggi in termini di risparmio energetico.

Ma a fare la differenza è l’installazione che, se non eseguita correttamente, ridurrà le prestazioni offerte dagli infissi e dai materiali con cui sono costruiti. È fondamentale affidarsi a dei professionisti del settore.

Noi di Calema siamo vicini ai nostri clienti, da anni ci occupiamo dell’installazione di infissi e serramenti a Lecce e in tutta la Puglia.

Se vuoi sostituire le vecchie finestre e installare degli infissi in PVC infissi in legno e infissi in alluminio a risparmio energetico, possiamo aiutarti nella scelta della soluzione più adatta alle tue esigenze e alla tua abitazione.

Inoltre, scegliere di acquistare infissi a risparmio energetico ti permette anche di accedere a detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica.

Nel nostro team abbiamo figure professionali qualificate che ti assisteranno nell’iter di richiesta dei bonus, sollevandoti da tutti gli adempimenti burocratici necessari.

Contattaci per avere maggiori informazioni, tramite una prima consulenza gratuita potremmo illustrarsi le migliori soluzioni offerte dalla nostra azienda.

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Come regolare la caldaia per risparmiare sui consumi

caldaia per risparmiare

La crisi energetica e i rincari in bolletta ci portano a dover prestare molta più attenzione ai consumi del gas.

Nei mesi più freddi, utilizziamo molto di più l’impianto di riscaldamento per mantenere una temperatura ottimale all’interno degli ambienti, esistono però dei trucchi con i quali è possibile impostare al meglio la caldaia e ottimizzarne il funzionamento.

Impostando correttamente la caldaia è possibile ridurre i consumi del 6-9%, senza dover rinunciare al tepore all’interno degli ambienti di casa.

Come prima cosa è importante ricordare che le caldaie a condensazione sono le migliori per ciò che riguarda il risparmio energetico ed economico, oltre che per l’ecosostenibilità.

Questo perché, le caldaie a condensazione recuperano il calore generato dai fumi di scarico e lo utilizzano per riscaldare acqua all’interno dell’impianto. Un sistema che permette di risparmiare del gas. Scopri di più sulle caldaie a condensazione.

Vediamo come fare per impostare correttamente la caldaia e altri consigli utili per ridurre i consumi.

Tenere la caldaia sempre accesa

Spegnere la caldaia comporta un consumo maggiore, dovuto al fatto che alla riaccensione avrà bisogno di più tempo, circa 2-3 ore, per raggiungere nuovamente la temperatura impostata per riscaldare l’abitazione.

Lasciarla accesa permette di mantenere una temperatura costante in casa, con conseguente riduzione del consumo di gas.

Per questo motivo, non va spenta nemmeno di notte. La caldaia lavorerà a potenza minima e la mattina sarà già pronta.

Impostare una temperatura costante

È consigliato impostare la caldaia a una temperatura tra i 18 e i 20°C, che assicura negli ambienti, un clima piacevole.

Durante l’inverno, è possibile comunque mantenere questa temperatura, avendo l’accortezza di indossare qualcosa di più pesante in casa. Bisogna tener conto che per ogni grado in più impostato, viene stimato un consumo di gas aggiuntivo di circa il 4%.

Installare valvole termostatiche

Le valvole termostatiche permettono di regolare il consumo di acqua calda all’interno dei termosifoni. Nei vecchi termosifoni sono comunque presenti, ma potrebbero essere poco efficienti e manuali.

È consigliato sostituirle con valvole termostatiche moderne, utili a monitorare i consumi e a risparmiare fino al 15%. Più in generale, l’uso corretto delle valvole termostatiche consente di ottenere un risparmio in bolletta tra il 15% e il 30% dei consumi.

Utilizzare un termostato

Il termostato o cronotermostato è un dispositivo obbligatorio per legge, si tratta di un sistema di termoregolazione che permette di stabilire quale temperatura deve esserci all’interno dell’abitazione e in che modo deve lavorare la caldaia per mantenerla.

I modelli più moderni e avanzati permettono anche di regolare temperature diverse per ogni stanza, in questo modo è possibile abbassare i gradi in quelle meno frequentate durante il giorno e risparmiare gas ed energia.

Impedire la dispersione di calore

È un aspetto molto importante e non va sottovalutato. Impostare correttamente la caldaia e ridurre la temperatura in casa non basta, se gli infissi lasciano entrare gli spifferi e aria fredda dall’esterno.

È necessario installare infissi per il risparmio energetico, che siano isolanti e impediscano la dispersione del calore dagli ambienti.

Come risparmiare impostando la temperatura dei termosifoni e dell’acqua calda

Anche l’impostazione della temperatura dell’acqua calda sanitaria impatta sui consumi, trovare la giusta regolazione, permette di risparmiare energia.

Una temperatura ottimale è quella compresa tra i 45° e i 55°C, che assicura acqua calda piacevole, ma senza esagerare. Del resto, quando la temperatura è troppo alta, l’acqua va raffreddata miscelando quella fredda dal rubinetto. Questa operazione può essere evitata impostandola sui 50°C.

I termosifoni devono essere abbastanza caldi per riscaldare le stanze, ma cercando di evitare gli eccessi. La temperatura ottimale dell’acqua nei termosifoni è compresa tra i 60 e gli 80°C. Se il riscaldamento è a pavimento, per ottenere una temperatura gradevole all’interno degli ambienti bisogna impostarla tra i 40° e i 50°C.

Manutenzione della caldaia per consumare meno gas ed energia

Oltre a impostare la caldaia seguendo alcuni accorgimenti, accertarsi del suo corretto funzionamento è fondamentale per tenere sotto controllo i consumi.

Bisogna prestare attenzione agli interventi di manutenzione alla caldaia, che vanno effettuati con una certa periodicità. Vediamo nel dettaglio come comportarsi:

  • Fare manutenzione alla caldaia almeno una volta all’anno
  • Contattare solo dei tecnici qualificati per verificare lo stato della caldaia

Controllare annualmente la caldaia permette di beneficiare di alcuni vantaggi ed evitare che si verifichino guasti o malfunzionamenti.

Nello specifico, bisogna contattare un tecnico della caldaia per:

Prevenire guasti

La manutenzione ordinaria della caldaia riguarda la pulizia dell’impianto, ma anche il controllo di tutti i suoi componenti per la verifica che tutti funzioni correttamente.

È quindi molto importante che a fare il controllo sia un tecnico esperto. Una cattiva manutenzione può portare alla comparsa di criticità più importanti che comportano ulteriori spese.

Aumentare il ciclo di vita della caldaia

Una caldaia sottoposta regolarmente alla manutenzione annuale può durare anche oltre 20 anni, senza perdere di prestazioni. Quando si acquista una nuova caldaia bisogna preferire l’efficienza e la qualità al risparmio economico, scegliendo un prodotto di buon livello e fattura.

I componenti, se puliti e revisionati periodicamente, assicurano un ciclo vita molto più lungo alla caldaia.

Risparmio energetico

La manutenzione della caldaia contribuisce a un miglior rendimento e, di conseguenza, al risparmio energetico. Un perfetto funzionamento dello scambiatore di calore e dello scambio termico, si traduce in ottime prestazioni energetiche e una riduzione dei consumi e della bolletta.

Come Calemacasa può aiutarti a risparmiare sui consumi?

Sappiamo come in questo periodo sia difficile gestire i consumi energetici, il nostro team è a tua disposizione per verificare lo stato della caldaia, effettuare manutenzione ordinaria e straordinaria e aiutarti a impostarla in maniera ottimale per risparmiare.

Se hai una vecchia caldaia puoi prendere in considerazione la sostituzione con una caldaia a condensazione che ti permette di ridurre consumi e costi in bolletta.

Contattaci e chiedici una consulenza gratuita, ci occupiamo di installazione di caldaie a Lecce, Brindisi, Taranto e in tutta la Puglia. Possiamo aiutarti a trovare la migliore soluzione per le tue esigenze.

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Requisiti per l’installazione dei pannelli fotovoltaici

requisiti impianti fotovoltaici

Prima di decidere di investire nei pannelli fotovoltaici è fondamentale accertarsi di avere tutti i requisiti per un’installazione sicura.

C’è chi pensa che l’installazione dei pannelli fotovoltaici possa avvenire ovunque e in qualsiasi posizione, ma in realtà non è così.

Il fotovoltaico propone diverse soluzioni, ma esistono delle condizioni ottimali che permettono di godere delle migliori performance dall’impianto.

I motivi che inducono, famiglie e aziende, a valutare l’impianto fotovoltaico sono legati alla salvaguardia dell’ecosistema e al risparmio dei consumi energetici.

Infatti, anche se inizialmente, il costo per installare i pannelli fotovoltaici, è esoso, nel lungo termine, avere un impianto fotovoltaico conviene.

Insomma, nessuno vuole pagare bollette salate, soprattutto in questo periodo, in cui i rincari energetici stanno pesando notevolmente sull’economica nazionale.

Ma come e quando installare il fotovoltaico? Quali sono i requisiti necessari per utilizzare i pannelli fotovoltaici? Scopriamolo nel dettaglio.

Requisiti per impianto fotovoltaico

Da dove iniziare per valutare l’installazione del fotovoltaico? Sicuramente partendo da alcuni requisiti strutturali e logistici.

Stato del tetto o del muro

L’impianto fotovoltaico ha un certo peso, per cui, se si decide di installarlo, bisogna considerare la solidità della zona in cui saranno posati i moduli.

È fortemente consigliato rivolgersi a un architetto specializzato. La struttura del tetto o il muro dovranno sopportare il peso per tanto tempo, senza che ci siano rischio di danneggiamento o, peggio, caduta dei moduli.

Lo spazio

Tra i requisiti necessari per installare i pannelli fotovoltaici c’è la presenza dello spazio sufficiente per installare i moduli e i vari componenti.

In base alla potenza dell’impianto, è richiesta una superficie diversa, generalmente più potente e più spazio occuperanno i pannelli.

L’impianto più comune, quello da 3kW, ha bisogno di almeno 15 metri quadrati di pannelli per un rendimento medio.

La riduzione dello spazio necessario per l’installazione dipende dall’efficienza dei pannelli solari, più è alta e minori sono i metri quadrati richiesti, tuttavia, non si andrà sotto i 12 metri quadrati.

A impattare sullo spazio richiesto è anche il tipo di superficie, se piana, occorre un metraggio superiore per consentire un distanziamento utile a impedire che i pannelli si facciano ombra a vicenda.

Condizione non prevista se l’installazione del fotovoltaico avviene su tetti inclinati.

Presenza d’ombra

L’impianto fotovoltaico non deve avere alcun punto d’ombra, quest’ultima può essere di due tipi, una provocata da elementi vicini, come antenne e camini, altre da edifici o alberi particolarmente alti.

Prima di decidere di acquistare un impianto fotovoltaico, bisogna fare questa verifica e, in caso di problemi, trovare delle soluzioni d’installazione che evitano le probabilità che si creino ombre, consentendo il posizionamento dei pannelli nel miglior modo possibile.

Basti pensare che anche una minima ombreggiatura data da un palo, può interferire in modo significativo sull’impianto e la sua efficienza.

L’orientamento dei pannelli solari

È errato pensare che il sole raggiunga in modo uniforme tutte le superfici, per ottenere più energia dai pannelli bisogna che il loro posizionamento sia corretto.

Come prima cosa, i pannelli devono essere orientati verso sud, sudovest o sudest, e mai verso nord o in punti intermedi.

Anche l’inclinazione va regolata, questa non deve essere piatta poiché la luce solare non arriva in modo perpendicolare.

I pannelli fotovoltaici vanno posati in modo da assorbire tutte le radiazioni possibili; l’inclinazione ottimale dei pannelli è di 30°, ma è possibile anche avvalersi di una fra i 10° e i 45°.

Anche l’altezza dell’impianto ha conseguenze sulla resa, ad esempio, se è installato molto alto in zone soggette a nevicate intense, i moduli saranno facilmente coperti e non funzioneranno a dovere, col rischio che possano anche guastarsi nel tempo.

Legislazione per installazione impianto fotovoltaico

Le leggi in tema di installazione del fotovoltaico vengono periodicamente modificate e questo è, senza dubbio, una delle ragioni per le quali molte persone rinunciano al passaggio a questo sistema di energia rinnovabile.

Una problematicità frequente è quella dovuta ai limiti paesaggistici e ambientali ai quali alcuni luoghi sono sottoposti.

Se l’edificio su cui si vogliono installare i moduli è antico, oppure, è collocato in una zona naturale protetta, sarà necessario verificare la possibilità di installare l’impianto e trovare il modo di ottenere i permessi.

Per essere sicuri di non commettere errori o illeciti, ti consigliamo di chiederci una consulenza gratuita, i nostri esperti sapranno aiutarti ad effettuare una valutazione preliminare all’eventuale intervento.

Fotovoltaico a terra: liberalizzazione e procedura semplificata

Di recente è stata introdotta una procedura semplificata per costruire e avviare impianti fotovoltaici con potenza fino a 20 MK, con relative opere di collegamento alla rete elettrica, per aree a destinazione industriale, commerciale o produttiva.

Procedura che può essere utilizzata anche per la progettazione di nuovi impianti con potenza fino a 10 MW da installare nelle aree indicate dal D.lgs. 199/2021.

Inoltre, questa semplificazione può essere applicata anche ad impianti agro-voltaici con installazione di moduli roteanti, sollevati da terra, distanti non oltre 3 chilometri dalle aree sopracitate.

Nella procedura semplificata del fotovoltaico rientrano anche gli impianti fotovoltaici flottanti con potenza fino a 10MW, incluse le opere necessarie per il collegamento alla rete elettrica, installati su cave dismesse, specchi d’acqua o come copertura di canali destinati all’irrigazione.

Possono essere avviati con dichiarazione di inizio lavori asservata (DILA), gli impianti fotovoltaici con moduli a terra con potenza elettrica non inferiore a 1MW e opere e infrastrutture connesse e indispensabili alla realizzazione.

Inoltre, l’installazione deve avvenire in aree non tutelate e che non richiedano procedure di esproprio.

Vuoi saperne di più sull’installazione del fotovoltaico? Noi di Calemacasa siamo a tua disposizione per illustrarti tutte le possibilità.

Da anni ci occupiamo di installazione di impianti fotovoltaici, i nostri tecnici specializzati effettuano tutte le verifiche necessarie e controllano la presenza dei requisiti richiesti, prima di procedere col lavoro.

Grazie alla presenza di legali e commerciali nel nostro team, possiamo darti assistenza su tutta la parte che riguarda l’iter burocratico e aiutarti a ottenere il bonus fotovoltaico 2022.

Contattaci ora per saperne di più.

 

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Perché la caldaia va in blocco? Cause e soluzioni

blocco caldaia

Il blocco della caldaia è un problema comune, che non va ignorato, soprattutto, se si verifica con una certa frequenza.

La caldaia è indispensabile all’interno dell’abitazione, sia per il sistema di riscaldamento, che per la produzione di acqua calda sanitaria.

Grazie alla caldaia è possibile mettere in funzione i termosifoni, restare improvvisamente senza non è piacevole, soprattutto, se il blocco si verifica durante la stagione invernale.

Le caldaie ad uso domestico sono alimentate a gas metano o a GPL, la cui combustione fa aumentare la temperatura dell’acqua o dell’aria che circola all’interno del sistema di riscaldamento.

Oggi, sono disponibili per la vendita soltanto caldaie a condensazione che, rispetto ai modelli tradizionali, recuperano una parte del calore prodotto dalla combustione e lo riutilizzano, rendendo più efficiente il funzionamento della caldaia stessa.

Indipendentemente dal tipo di caldaia, in qualunque momento può verificarsi il blocco, provocando delle situazioni spiacevoli.

Un esempio? Mancanza di acqua calda al momento della doccia o blocco del riscaldamento durante una fredda sera invernale.

Il blocco della caldaia può dipendere da diversi motivi, è importante comprenderli per risolvere definitivamente il problema.

In alcune situazioni, il blocco può essere risolto anche autonomamente, in altre sarà necessario l’intervento di un tecnico.

Tuttavia, in qualunque caso, suggeriamo di far controllare la caldaia a dei professionisti, per accertarsi che la causa del blocco non sia causata da un guasto importante.

Quando la caldaia va in blocco

Innanzitutto, cerchiamo di capire cosa vuol dire quando una caldaia va in blocco. Questa situazione si verifica quando qualcosa non funziona correttamente all’interno della caldaia, il malfunzionamento attiva una sistema di sicurezza che provoca il blocco, impedendo che si possano verificare danni più importanti.

In rari casi, il blocco della caldaia dipende dalla stessa, a provocarlo sono per lo più cause esterne, tra le più frequenti troviamo:

  • Presenza di calcare
  • Interruzione del gas
  • Problemi al sistema elettrico
  • Pressione bassa dell’acqua
  • Troppa aria nei radiatori
  • Tiraggio dei gas di scarico insufficiente

Caldaia in blocco: come fare?

Vediamo più nel dettaglio queste cause e come intervenire per risolvere il problema del blocco.

1) Presenza di troppo calcare

Il calcare può danneggiare gli impianti idraulici, la sua formazione ostacola il passaggio naturale dell’acqua calda, provocando la riduzione del flusso e, di conseguenza, la mancata attivazione della caldaia, che per motivi di sicurezza non si avvia.

Come capire se il blocco caldaia è dovuto al calcare? Se si osserva dal rubinetto, un getto d’acqua calda meno forte rispetto alla fredda, se ci mette molto a raggiungere la temperatura impostata e se si nota del calcare nei filtri, allora è molto probabile che sia il calcare la causa del problema.

Cosa fare? Chiamare un tecnico specializzato che procederà a pulire lo scambiatore utilizzando un liquido acido che serve a sciogliere il calcare. Valutare anche il cambio del filtro anticalcare.

2) Interruzione del gas

L’interruzione del gas è un altro problema che manda in blocco la caldaia. Se manca, la caldaia non può accendere la fiamma pilota per avviare il funzionamento.

L’interruzione può essere momentanea e dipendere dal fornitore del servizio, oppure, in caso di serbatoio di GPL, essere finito il combustibile.

Per verificare se effettivamente manca il gas, è sufficiente accendere il fornello della cucina. In alcuni casi, può dipendere da una rottura o ostruzione delle valvola che da alimentazione alla caldaia. Contattare un tecnico per un intervento sul sistema.

3) Danni al sistema elettrico

Se si verifica un guasto elettrico, la caldaia può non funzionare correttamente e bloccarsi. Infatti, oltre al gas, è alimentata dall’energia elettrica, in caso di mancanza di corrente, la caldaia risulterebbe spenta.

In questi casi bisogna attendere che la corrente ritorni o che il guasto venga riparato. Se invece, la corrente è presente, il problema potrebbe dipendere dagli elettrodi o dalla batteria.

4) Pressione dell’acqua troppo bassa o troppo alta

La caldaia dispone del manometro che serve a indicare la pressione, che deve essere a minimo 1,2 e massimo 1,5 bar. Se scende sotto o si alza oltre questi livelli, la caldaia si blocca, per preservare l’intero impianto.

Per riportare la pressione ai giusti livelli bisogna utilizzare la manopola apposita, facendo attenzione a non superare i 2 bar.

Se invece, la pressione è già oltre i 2 bar, bisogna sfiatare il radiatore e abbassarla sotto il livello consigliato.

5) Troppa aria nei radiatori

La troppa aria nei termosifoni causa bolle che impediscono il corretto riscaldamento. Per risolvere basta sfiatarli singolarmente, in modo da liberarli dall’ostruzione.

Dopo lo sfiato controllare la pressione della caldaia per evitare ulteriori problemi.

6) Tiraggio gas di scarico insufficiente

L’ostruzione degli impianti di tiraggio dei gas di scarico sono un problema più complesso, da non poter risolvere autonomamente. Se si verifica, i fumi vengono trattenuti mandando in blocca la caldaia.

In questi casi, è necessario chiamare un tecnico per verificare lo stato della caldaia e procedere con la pulizia.

Prevenire il blocco della caldaia

Per prevenire che si verifichi il blocco bisogna fare controlli periodici di manutenzione della caldaia, seguendo le indicazioni previste dalla normativa.

Le disposizioni variano in base alla regione, in ogni caso, il tecnico abilitato deve rilasciare il bollino blu. È obbligatorio effettuare il controllo dei fumi: 2 anni per le caldaie a combustibile liquido o solido, 4 anni per quelle a gas, metano o GPL.

La tua caldaia è andata in blocco? Hai notato qualche malfunzionamento e vuoi effettuare un controllo?

Noi di Calemacasa eseguiamo interventi di controllo e manutenzione caldaia a Lecce, Brindisi, Taranto e in tutta la Puglia.

I nostri tecnici abilitati e qualificati raggiungono la tua abitazione o la tua attività ed effettuano le verifiche per risolvere in tempi celeri il blocco della caldaia e il problema che lo ha provocato.

Contattaci per chiedere avere maggiori informazioni sul costo dei nostri servizi di pronto intervento e prenotare un nostro tecnico.

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Deumidificatore e condizionatore: pro e contro, quale scegliere?

deumidificatore

Cosa scegliere tra deumidificatore e condizionatore? È davvero necessario fare una scelta o conviene valutare l’acquisto di entrambi? Si tratta di due apparecchi elettronici il cui scopo è quello di raffreddare gli ambienti per renderli più gradevoli durante le calde giornate estive.

Tuttavia, parliamo di due prodotti del settore della termoidraulica, totalmente diversi tra loro, non solo nel funzionamento, ma anche dal punto di vista strutturale. Vediamoli più da vicino.

Come funziona il deumidificatore

L’umidità è tra le principali cause del caldo afoso, quando è troppo alta, rende gli ambienti poco gradevoli e ci fa sentire spossati.

Rimuoverla fa si che la temperatura si abbassi, portando al rinfrescamento delle stanze. Quando in funzione è possibile subito percepire il benessere a livello respiratorio, l’aria è meno soffocante e l’ambiente più piacevole.

Per ciò che riguarda il funzionamento, i deumidificatori filtrano l’aria e la impoveriscono tramite un ciclo continuo che prevede un aspiratore, un filtro, un condensatore, un compressore, un espansore, il gas refrigerante e lo scarico per l’acqua.

All’accensione, l’aria all’interno della stanza viene aspirata e, attraverso il ciclo continuo, rigettata fuori alla stessa temperatura che aveva prima di entrare, ma priva di una buona quantità di acqua, finita nello scarico.

Il deumidificatore funziona in modo efficiente, soprattutto, se posto in alto, in quanto l’aria umida è più pesante e tende a scendere. Non a caso, il deumidificatore portatile è tra i più performanti e viene scelto come soluzione anche negli uffici e nei piccoli appartamenti.

Come funziona il condizionatore

Il condizionatore non asciuga l’aria nell’ambiente rimuovendo il vapore, ma rilascia aria fredda o calda, a seconda del bisogno del moment.

Il vantaggio è quello di avere subito un sollievo immediato, soprattutto quando le temperature sono particolarmente alte.

Il funzionamento del condizionatore è basato su un sistema simile a quello del deumidificatore: è presente un compressore e una serpentina che spinge il gas, rendendolo liquido.

Il gas compresso surriscalda la parte iniziale della serpentina all’interno di un contenitore esterno, nel quale viene spinta l’aria calda.

Quando il gas viene liberato nel secondo tratto della serpentina, riprende lo stato aeriforme e viene raffreddato in un’altra camera, che si trova a contatto diretto con l’ambiente.

Questo ciclo fa si che il condizionatore ceda calore nella serpentina fredda e restituisca aria a temperatura più bassa nell’ambiente.

Anche se funziona in modo diverso dal deumidificatore, anche con il condizionatore viene ceduta una parte di umidità, poi scaricata all’esterno.

Il condizionatore va installato in alto, per poter raccogliere l’aria calda che, tendenzialmente, sale.

Vantaggi e svantaggi del condizionatore e del deumidificatore

I pro e i contro del condizionatore e del deumidificatore dipendono anche dall’uso che si fa di questi apparecchi.

Utilizzarli in modo sconsiderato può avere effetti sulla salute, oltre che sull’ambiente e un impatto notevole anche a livello economico.

Condizionatore

Quando si è fuori casa, bisogna evitare di tenere accesso l’impianto, oppure, impostare una temperatura non inferiore ai 23°.

Mantenere una temperatura troppo bassa ( 19°) non solo aumenta il consumo, ma ha un impatto poco sano sulla nostra salute, poiché il corpo viene sottoposto a uno shock termico improvviso, provocato dal troppo divario tra esterno ed interno.

Una buona idea potrebbe essere quella di attivarlo sulla funzione di deumidificazione, ormai presente nella maggior parte dei condizionatori moderni.

È importante provvedere alla pulizia dei filtri e alla manutenzione ordinaria del condizionatore, fondamentale per evitare problemi respiratori e prevenire eventuali guasti o malfunzionamenti.

Un vantaggio evidente del condizionatore è quello di riuscire a rinfrescare o riscaldare rapidamente l’ambiente, tuttavia, si consiglia di attivarlo un po’ prima di entrare in una stanza, soprattutto, se si tratta della camera da letto.

Per ciò che riguarda il consumo energetico, i condizionatori sono quelli che assorbono di più e provocano un aumento dei costi in bolletta e un livello di inquinamento più alto.

Per questo motivo, è necessario acquistare condizionatore di classe energetica altissima come la A+++, che consuma e inquina meno, anche se il prezzo di acquisto è maggiore.

Per approfondire l’argomento ti consigliamo di leggere il nostro articolo su come scegliere un condizionatore.

Deumidificatore

Come abbiamo detto in precedenza, la funzione del deumidificatore è quella di eliminare l’umidità nell’aria. Dal punto di vista energetico, questo apparecchio consuma meno del condizionatore, mediamente, circa la metà.

Il divario è dato dal funzionamento differente, dopo l’eliminazione dell’umidità, il deumidificatore lavora per mantenere un clima ottimale all’interno dell’ambiente. Questo vuol dire minori consumi, meno inquinamento e costi inferiori in bolletta.

Inoltre, il deumidificatore è indicato soprattutto in ambienti in cui sono presenti bambini, poiché ridurre il livello di umidità nelle stanze, riduce il rischio di problemi respiratori e allergie. In aggiunta, scegliendo apparecchi più specifici come il deumidificatore agli ioni negativi, l’aria sarà molto più sana e priva di batteri e polvere.

È bene ricordare che il deumidificatore non rinfresca l’aria in modo diretto, ma elimina l’umidità in eccesso naturalmente, rendendola più leggera e sana.

Deumidificatore e condizionatore: differenze di prezzi

I prezzi dei deumidificatori sono tendenzialmente più bassi di quelli dei condizionatori, e consumano meno.

Il condizionatore costa di più e ha bisogno di maggiore manutenzione. In commercio, sono disponibili condizionatori che hanno anche la funzione di deumidificazione, il cui costo è inevitabilmente maggiore, se confrontati coi modelli base.

Quale scegliere?

Non esiste una risposta unica, la scelta deve essere fatta in base alle proprie esigenze e all’ambiente in cui dovrà essere installato l’apparecchio.

In un ambiente con riscaldamento autonomo o con temperature estive più fresche, può essere indicato installare un deumidificatore per rendere l’aria più sana e piacevole.

Se l’impianto di riscaldamento non sembra essere sufficiente per rinfrescare e riscaldare, invece, si può valutare l’acquisto di un condizionatore che funzioni anche come pompa di calore e deumidificatore.

Non sai quale apparecchio acquistare? Puoi chiederci una consulenza gratuita e valutare insieme quale sia la soluzione migliore per le tue esigenze.

Ci occupiamo dell’installazione e manutenzione di condizionatori e deumidificatori, operiamo a Lecce, Brindisi, Taranto e in tutta la Puglia. Contattaci ora.

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